Quante pasticche e psicofarmci ci sono in giro? Quante pubblicità al giorno ci convincono che abbiamo bisogno "di un piccolo aiuto" per fare le cose normalissime di una vita umana? Secondo i sorridenti faccioni della pubblicità dovrei assumere una bomba chimica (o spendere soldi in un banale placebo) per delle umanissime attività come fare la spesa, dormire, studiare, rilassarmi e addirittura fare l'amore.
Il mondo delle pasticche e degli impasticcati mi atterrisce. Perché è subdolo. "In fin dei conti che male c'è?" è il suo slogan implicito di cui sospettare. Anche se non ci fossero ricadute negative dimostrate (ma accertatevene visitando il sito www.worstpills.org) credo che l'assumere a cuor leggero pillole e integratori vari sia un pericolossissimo modo di rimuovere i sintomi ma non le cause, di negare i segnali che ci dicono "attenzione, devi cambiare". Il malessere non sta tanto nel disturbo che curiamo con le pasticche: il malessere sta nel ricorrere alle pasticche, sta nell'illusione che la qualità della mia vita la faccia una compressa colorata o una boccettina ricostituente, quasi fossero una "bacchetta magica".Vogliamo stare meglio? Iniziamo ad ascoltare il nostro malessere anziché soffocarlo nella chimica.
Buona disintossicazione a tutti.
1 commento:
Caro cugino, la questione che sollevi è grossa. Nel nostro bel mondo occidentale si creano i bisogni e le malattie e subito dopo (ma forse prima) si sintetizzano i rimedi chimici. E occhio ai bambini! Gurdiamo gli USA e i loro psicofarmaci per l'infanzia; troppo spesso quelo che accade lì oggi, accadrà domani da noi. La questione è, a mio avviso, ancora una volta prima di tutto economica. Perchè nei paesi sviluppati i famraci aumentano ogni giorno e son sempre più facilmente reperibili mentre nei paesi non sviluppati i medicinali di base scarseggiano? Perchè nei nostri paesi le industrie chimico-farmaceutiche prosperano mentre va in galera chi si coltiva una pianta per secoli considerata rimedio naturale di tanti problemi? Detto questo, vado a bermi un actimel.
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