13 ottobre 2007

Chimiche lobotomie giovanili

"Ingoia questa pillola e non dovrai più urlare
si spegnerà ogni cosa magicamente
ti sentirai leggero come non mai, vedrai...
Occhi fissi e torbidi, lingua gonfia e tumida,
perenne anestesia...
Via tutti i tuoi incubi, via con tutti i sogni tuoi
perenne anestesia...
(Ustmamò, Lepre, 1993)


In uno dei miei primi post di circa un anno fa ("Mondo impasticcato"), avevo già espresso il mio parere sull'uso sempre più massiccio e diffuso di psicofarmaci. Mi ritrovo ora a parlarne sulla scia di una recente inchiesta de L'Espresso che rilancia l'allarme psicofarmaci tra le generazioni più giovani. A quanto già scritto e all'anorme tristezza che queste notizie mi provocano, aggiungo un'altra amara riflessione.

Mi dà fastidio la retorica de "i 'ggiovani che cambiano il mondo". Eppure credo che talvolta le radici delle spinte di miglioramento sociale stiano anche nella fisiologica maturazione di un'identità che vuole in qualche maniera proporsi come "altra", "diversa" rispetto all'esistente. Trovarsi con giovani generazioni chimicamente anestetizzate è uccidere il proprio futuro.

Massììì, forza ragazzi, continuiamo così, lobotomizziamoci tutti a suon di pasticche! Non è forse questo che ci chiedono? Smettiamola di rompere le scatole co 'sta storia del cambiamento!
Portiamo a compimento la sorte di una generazione che, pur di sfuggire agli incubi, ha deciso di rinunciare ai sogni.