20 dicembre 2021

Idolatria


Il problema è che abbiamo bisogno di santini.

L'afflato per "Cause Giuste e Nobili" si nutre di simboli e bandiere. Così, una volta individuato un volto o una storia che "ci dà ragione" la trasformiamo in feticcio. E quindi:
Opzione 1: Non ammettiamo che quella persona posso aver fatto qualcosa di male, ci dev'essere necessariamente un errore o una persecuzione ideologica, perché chi accusa il simbolo sta attaccando automaticamente tutta la causa. E noi questo non possiamo permetterlo, quindi "via!" con la difesa a oltranza a priori, con buona pace dei grandi ideali di "verità e giustizia" da cui si era partiti. Del resto, non vorrete mica "dare ragione a quegli altri, quelli là"?
Opzione 2: Non ammettiamo che quella persona possa vivere una contraddizione, avere un cambiamento, un ripensamento o una sua umana incertezza perché quella persona "sta tradendo la Causa". Quindi al minimo tentennamento la trasformiamo da Bene Assoluto in "Male Supremo".
Inoltre, la persona che si sente investita di "simbolicità" sarà fortemente tentata di usare la sua "rappresentatività morale" a scopo manipolatorio (alimento la narrazione del "buono" come ottima copertura per farmi gli affaracci miei); oppure rischierà di sclerare sotto il peso del "non posso deluderli, credono in me, non posso abbassare la guardia".
Io voglio continuare a considerare "persone" le persone. Non feticci da idolatrare o capri espiatori da condannare. Significa che quelle stesse persone che riescono a fare cose belle e buone..., ebbene sì, possono fare anche contemporaneamente cose molto brutte. Senza che le seconde cancellino per forza le prime o viceversa.
Il grande regista che ha diretto un capolavoro è lo stesso che ha compiuto un terribile abuso. Proprio lui. Il politico che ha sviluppato un bellissimo progetto sociale è lo stesso che ha compiuto degli illeciti. Proprio lui. La magnifica professoressa che ti ha aperto la mente e il cuore ha manipolato le prove selettive per favorire una sua conoscenza. Proprio lei.
Riusciremo a sostituire l'ideologia con l'onestà intellettuale?