13 aprile 2007

Aprile dolce dormire

Sarà per colpa del cognome che ho, ma sto riscoprendo la saggezza di questo proverbio. Le giornate si allungano, inizia il caldo, il metabolismo cambia, e il corpo ci chiede tempo per abituarsi, magari sonnecchiando un po' di più o prendendosela più comoda.
Mi ritengo abbastanza pigro da godermi sufficientemente la vita ma mi capita comunque di cascare nella trappola del "più veloce" e dell'affanno. Cominciano allora ad arrivare dei segnali fisiologici che sembrano dire: "Caro testone, smettila di correre e riposati un po' di più. Se non lo farai tu di tua volontà, sarò costretto a farlo io ricorrendo alle maniere forti, mettendoti a letto. Saluti e baci, Il tuo corpo". Credo che questo mesaggio arrivi un po' a tutti, anche se non tutti lo ascoltano, visto che conosco diverse persone capaci di trasformare anche le vacanze in occasioni di affanno organizzativo.
E allora riposiamoci.
Poltrire in ciabatte sulla poltroncina in giardino, per il gusto di respirare e sonnecchiare, senza avere per forza qualcosa da fare. Sfogliare un fumetto con curiosità e leggerezza, per il gusto di leggere e distrarsi, senza avere per forza qualcosa da imparare. Bighellonare con calma e senza meta, per il gusto di camminare, senza avere per forza un posto da raggiungere.
Riscopriamo l'ozio in un mondo che corre troppo per gustarsi la vita. Da questo sonno si risveglieranno le energie migliori.
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02 aprile 2007

Persone di Spirito

Voglio fare un augurio pasquale: che possiamo essere persone "di Spirito". Capaci, cioè, di cogliere il gusto dell'esistenza, di ricercarne il giusto e coltivarne il bello. Senza fughe solitarie, nella difficile ma arricchente compagnia degli uomini. La fratellanza umana nasce da qui, da questa trascendenza che rende necessario esplorare la diversità del mondo raccontandone i colori, i suoni e le storie.
Lo Spirito non ha padroni, "soffia dove vuole", non si fa imbrigliare da una definizione univoca. Ce lo dicono gli stessi testi sacri nel cui nome si stanno scatenando in questi mesi tante lotte ideologiche con contorno di religione, che rischiano di esasperare le contrapposizioni più che ascoltare le diversità.
Invece una vita spirituale "seria" è ciò che può unire i credenti delle varie fedi e addirittura i credenti con i non credenti. Non nell'ottica di un trasognato ed edulcorato approccio sincretista, di spiritualità "a buon mercato". Ma nella voglia di aprirsi all'altro, prendendo "sul serio" la sua esperienza spirituale e porgendogli la propria come un dono, non come una clava.
Chiudo questo post con due citazioni. Anzitutto vi invito a leggere questo bellissimo scritto di Enzo Bianchi, che esprime ciò che voglio dire meglio di queste mie parole incerte. E poi voglio condividere con voi una "perla" del mio autore preferito, come augurio di una crescita spirituale per tutti gli uomini che si rivolgono al cielo "con la mano del credente e quella dell'incredulo": "La verità divina vuole essere implorata con entrambe le mani. A chi si rivolge a lei con la doppia preghiera del credente e dell’incredulo essa non si negherà. Della sua sapienza Dio dà all’uno ed all’altro, alla fede come all’incredulità, ma ad entrambe solo se la loro preghiera giunge a lui unita" (Franz Rosenzweig).