07 gennaio 2008

Sotto la crosta

Più mi addentro nell'attività di counseling e più mi rendo conto di quanta fragilità umana e sofferenza ci siano in giro. Soprattutto sto notando come problemi seri di relazione, di coppia, di famiglia, vengano nascosti dietro una crosta di apparente normalità o, per meglio dire, di negazione. E basta un piccolo colpettino perché la vernice salti lasciando intravedere le crepe. Come la polvere messa sotto il tappeto, il problema non scompare, è sempre lì. Come un fuoco sotto la cenere, cova in attesa di recare danni maggiori in futuro.
La vera forza non sta nell'incassare sempre e comunque facendo buon viso a cattivo gioco, ma sta nell'ammettere "io ho un problema", riconoscerlo e cercare la strada migliore per gestirlo.
Il counseling è una delle possibilità/risorse attivabili, ma non è certo l'unica strada percorribile. Amici o associazioni, familiari o terapeuti, servizi istituzionali o di volontariato: il mondo fornisce una forte gamma di possibilità di ripresa. Una volta scartate le opzioni non adatte e quelle palesemente deleterie (santoni e cartomanti) sta solo a noi attivarci.
3, 2, 1, ... VIA!