11 novembre 2012

Intervistato da LeccePrima

Il quotidiano digitale LeccePrima mi ha intervistato, dedicando ampio spazio al counseling, all'analisi transazionale e all'intelligenza emotiva. Trovate l'articolo a questo link. Buona lettura!

20 ottobre 2012

Io, tu noi,... Per un amore forte ci vuole equilibrio

Una delle tematiche a me più care è l'equilibrio armonico tra le tante dimensioni che costituiscono la nostra identità. L'individuo, la coppia, la famiglia, il lavoro... sono convinto che ogni piano sia connesso con gli altri e l'alternatva è tra costruire un equlibrio globale o vivere in maniera squilibrata ed impropria tutto.
Mi fa molto piacere, quindi, svolgere interventi formativi per le coppie e le famiglie in cui sviscerare le dinamiche di base della costruzione di tale equlibrio tra i diversi piani della vita.
Pubblico qui alcuni stralci di una giornata di formazione per le coppie tenuta nel luglio 2012. Interesserà a chiunque abbia avuto, ha o intende avere una vita di coppia.

09 settembre 2012

"Cambiamento" fa rima con...

Cambia il vento, ne cambian cento...
Io stento: che disorientamento!
E che sento? Un gran tormento!
Mi dico "Attento! E se poi mi pento?"
Ma al passato l'attaccamento
non procura godimento.
E allora tento.
Magari parto lento, mi sperimento,
poi sedimento quel che divento,
e se cambio dentro...
son contento: è il cambiamento!

(Francesco Aprile)

14 giugno 2012

Counseling: Nascita di una professione

Atti caratterizzanti la professione di counselor
a cura del Comitato Scientifico di AssoCounseling

Il presente documento è stato redatto dal Comitato Scientifico di AssoCounseling (Elisabetta Cofrancesco, Alberto Walter Cericola, Paola Cremonese, Cecilia Edelstein, Luciano Marchino, Francesco Marraffa, Michele Mozzicato, Giorgio Piccinino, Giovanni Turra) in accordo con il Consiglio di Presidenza Nazionale (Annalisa Campai, Lucia Fani, Giorgio Lavelli, Tommaso Valleri) in data 28 marzo 2012 e presentato ai soci da Giorgio Piccinino durante i lavori del terzo convegno nazionale in data 15 aprile 2012.

I counselor realizzano il proprio ruolo professionale, attraverso diversi tipi di interventi volti a migliorare la qualità della vita e ad alleviare la sofferenza delle persone operando in organizzazioni pubbliche e private, enti e associazioni oppure nel proprio studio privato. L'incontro di counseling, è definito come una interazione volta ad accogliere le difficoltà del cliente o il suo disagio con metodologie e tecniche che possono anche essere diverse per orientamento teorico, ma che rimangono all'interno di alcune linee guida specifiche qui di seguito riportate:


Il counselor accoglie le richieste valutando in prima istanza se la domanda è affrontabile con le competenze del proprie del ruolo o se è necessario accompagnare il cliente verso la scelta di un altro professionista.

Il colloquio affronta tematiche emergenti che non richiedono, per essere risolte una ristrutturazione profonda della personalità. Il counselor dunque non si occupa, in prima persona, di disturbi psichici o patologie di altra natura, se non operando in equipe multiprofessionali.

Gli obiettivi, la metodologia e le modalità organizzative vengono esplicitate e concordate anticipatamente.

Il counselor accoglie clienti che hanno la necessità di prevenire, affrontare e risolvere un problema specifico o una condizione di difficoltà temporanea; è essenziale dunque circoscrivere e focalizzare la richiesta d'aiuto per progettare insieme piani d'azione a essa esclusivamente relativi.

L'obiettivo degli incontri è quello di migliorare nel cliente la consapevolezza di sé e delle proprie modalità di relazione, al fine di sviluppare le capacità di analisi del problema portato, potenziare le risorse per affrontare la situazione specifica e promuovere autonomia ed efficacia nelle scelte.

L'accettazione del cliente e del suo stato emotivo, la comprensione, la fiducia nelle sue possibilità, il rispetto per la diversità e una relazione paritaria favoriscono un rapporto di apertura e collaborazione per l'analisi del problema e per gli obiettivi di cambiamento.

Gli interventi possono anche essere di mero sostegno nelle difficoltà, di contenimento del dolore, di supporto emozionale e rassicurazione, ma non devono perdere di vista la possibilità di sviluppare consapevolezza del problema, autonomia nelle scelte e fiducia nelle possibilità di trasformazione.

Le emozioni del cliente sono accettate in quanto libera espressione di sé e naturale reazione alle situazioni della vita. Il counselor le accoglie per migliorare il livello di consapevolezza e l'intelligenza emozionale. Aiuta quindi a comprenderne il significato e i fattori correlati riportando sempre il focus del lavoro sulla ricerca delle soluzioni nel "qui e ora".

Nelle relazioni in cui i colloqui sono numerosi si dovrà in ogni caso verificare costantemente l'attuazione dei piani d'azione progettati e l'efficacia degli interventi in modo che sia sempre chiara la relazione fra intervento, risultati raggiunti e conclusione del rapporto.

Il counselor non fa diagnosi, non interpreta i comportamenti: il percorso di consapevolezza, di crescita e trasformazione si sviluppa nell'ambito di una scoperta progressiva frutto dell'alleanza con il cliente.

Nelle organizzazioni

Osservando e analizzando gli stati di crisi e di difficoltà, il counselor interviene facilitando il processo di presa di coscienza dei problemi e contribuisce, anche confrontandosi con gli altri operatori presenti, a migliorare le relazioni fra clienti e/o utenti e il personale di servizio.

In questo senso attua anche interventi a livello individuale o di gruppo per rilevare le criticità e migliorare il rapporto individuo/organizzazione con la finalità di rendere più efficace il servizio e soddisfatta la richiesta d'aiuto del cliente/utente.

Il counselor opera anche come facilitatore per sviluppare un buon clima interno e migliorare le relazioni fra i professionisti presenti nell'organizzazione. In quest'ottica può entrare in azione, a livello individuale o di gruppo, per rilevare difficoltà di varia natura e criticità relazionali nel quotidiano professionale e realizzare interventi migliorativi al fine di generare benessere negli operatori e, di conseguenza, una ricaduta positiva sul servizio erogato.

05 giugno 2012

Meno "Famiglia", più famiglie

Chiara ed io siamo stati invitati a tenere un bereve intervento sull'essere famiglia per la Festa della Famiglia io diocesi. Dopo una parte di animazione, abbiamo lanciato questo messaggio.

Nel gioco proposto, abbiamo voluto riprendere con un filo di ironia alcune situazioni “tipiche” della vita familiare. Abbiamo fatto riferimento ai conti da far quadrare, ai rapporti con la scuola e la parrocchia, alla difficoltà di conciliare le esigenze di tutti,...
Il nostro messaggio finale è semplice. Vogliamo affermare che tutto questo.... è bello, sano, importante. Perché vediamo molte famiglie che sono così prese dalla fatica di essere famiglia da non riuscire a vedere la gioia e la bellezza di essere famiglia.
Invece, oggi vogliamo dedicare un ODE alle famiglie.
Non a LA Famiglia, quella astratta, ideale, ma a LE famiglie, a NOI famiglie, a noi tutti!
A noi tutti, che non siamo famiglie perfette belle invincibili e serene. Siamo invece le famiglie traballanti, affaticate, imperfette. Eppure crediamo che in questo essere traballanti, affaticate, imperfette, ci sia un valore da riconoscere, un GRANDE valore da riconoscer-CI.

Sono in tanti a lodare la Famiglia e a chiederci di essere diversi, migliori.
Gli insegnanti ci rimproverano di non fare fino in fondo il nostro dovere educativo, ci dicono che se lo facessimo fino in fondo i nostri figli sarebbero più capaci, sereni e intelligenti. E hanno ragione, certo, come dargli torto?
I politici e le istituzioni ci chiedono di essere educatori migliori, di essere cittadini esemplari, di essere promotori di una società migliore e più giusta. E hanno ragione, certo, come dargli torto?
I sacerdoti, i catechisti ci dicono che dovremmo essere più spirituali, più credenti, più fedeli, capaci di vivere la fede in maniera piena così da essere annunciatori più credibili.
E hanno ragione, certo, come dargli torto?
Sì, è vero. Possiamo ancora essere migliori. E a scuole, istituzioni, chiesa chiediamo di aiutarci a crescere ancora, a migliorarci.
Ma crediamo che oggi sia necessario fare un applauso a noi famiglie per quello che siamo, per il nostro presente imperfetto, non per quello che dovremmo essere.

Rendiamoci conto del estremo valore che SIAMO – GIA' OGGI.
Con i nostri sogni, con le nostre fatiche, con le delusioni ma anche le risorse impensabili di cui forse dubitavamo persino di disporre, ma che sono emerse nel momento più difficile.
Noi famiglie, con la nostra debolezza e con il nostro fragile potere educativo, che vogliamo far crescere i figli, nutrendoli, vestendoli, dando loro un'istruzione e facendo sì che tutto questo sia compatibile con i conti da far quadrare a fine mese.
Noi famiglie imperfette, che amiamo i figli, che ci preoccupiamo per loro e cerchiamo una scuola più adatta alla loro crescita; che vorremmo che le amicizie che frequentano fossero costruttive che che ci interroghiamo su quale sia la strada giusta da percorrere nella vita,
Noi, che ci prendiamo pena perché quel figlio forse sta frequentando qualche cattiva compagnia
o sta andando male a scuola e non ci vogliamo arrendere e continuiamo a cercare un canale di comunicazione con lui nonostante le parolacce e le porte sbattute.

Noi famiglie SIAMO di valore, per il semplice fatto di ostinarci a tenere insieme sotto lo stesso tetto cose diverse, teste diverse, cuori diversi...: il lavoro e il riposo, il tempo per il coniuge e quello per i figli, il gioco e l'impegno, i bisogni di ciascuno e le regole per tutti.
E siamo dei maghi quando riusciamo a essere vicino a chi è malato e nel contempo festeggiare il compleanno dei più piccoli; o quando scopriamo che la nostra casa si ingigantisce e ha più metri quadrati del previsto solo perché abbiamo saputo che nella pancia di mamma c'è un nuovo arrivo

La moltiplicazione dei pani, la condivisione dei beni, l'abbraccio dei lontani...
Sono questi i miracoli che accadono ogni giorno nelle nostre case e solo un po' di santa incoscienza ci salva dal pensiero della grande responsabilità che il nostro essere famiglia comporta.

In un mondo di solitudini noi siamo palestre di comunione.
E oggi essere famiglia è la vera rivoluzione.


01 aprile 2012

Nasce "viva.io - Psicoterapia e Counseling in Analisi Transazionale"

Un vivaio è un luogo speciale, in cui ci si prende cura di un essere vivente per un periodo di tempo. Lo si nutre, cura, rinforza, perché possa tornare forte e rigoglioso. Chi si prende cura di lui non ha voglia di possederlo. Con discrezione, lo segue sapendo che quella pianta ha un suo posto “naturale” che lo aspetta e dove è bene che ritorni. È con questo spirito che nasce lo studio “vivaio”, nel quale ci prendiamo cura dei nostri nostri clienti accompagnandoli verso la loro fioritura.

vivaio è uno studio associato che offre percorsi di counseling e psicoterapia attraverso figure professionali specifiche, fortemente orientate alla riscoperta e alla valorizzazione delle potenzialità insite in ognuno di noi.vivaio propone percorsi individuali o di gruppo e offre sostegno anche alle coppie, ai nuclei familiari, alle organizzazioni.vivaio è formato da professionisti specializzati in Analisi Transazionale e si pone l'obiettivo di diffonderne linguaggi e contenuti attraverso workshop formativi, eventi, studi specifici.

vivaio è a Lecce, in via Nahi, 5 (vedi mappa) - Per info: 349.0063946
Unisciti al gruppo Facebook.

28 febbraio 2012

Manatthan Controtrasfert: musica per pensare

Con grande gioia annuncio la partenza di un nuovo progetto: i "Manatthan Controtransfert".
Lavoro spesso nel conseling e nella formazione con le canzoni di musica leggera; negli anni ho selezionato un repertorio vasto di canzoni utili ad approfondire tanti aspetti della conoscenza di sé, delle relazioni, ecc. E la sezione "Una musica può fare" di questo sito, con l'esperienza radiofonica sottostante, va proprio in questa direzione. Poteva bastarmi tutto ciò? Certo che no!
Così, spinto dalla voglia di riprendere in mano la chitarra e suggestionato dal bellissimo lavoro di Grassilli-Palmieri "Psicantria", mi sono detto: ma perché non eseguire dal vivo alcuni di questi brani? Sarebbero ottimi per tenere degli incontri-concerto nei quali affrontare dei percorsi tematici attraverso le canzoni suonate dal vivo e interagendo con il pubblico. Come chiamarla questa roba qui? Non lo so, sono ancora indeciso tra "pop training" e "concerto per pensare". O qualche altra cosa che poi mi verrà in mente. So invece che nome dare al gruppo che mi accompagna in questa avventura: "Manatthan Controtrasfert" (sì, è vero, è molto contorto in quanto costringo a cercare su Wikipedia cosa significa Controtrasfert e poi non tutti capiscono il gioco di parole con il nome del gruppo Manatthan Transfert. Ma sapete che noi artisti di un certo livello abbiamo le nostre idiosincrasie....). La voce è del gruppo è Luisa Greco, alle tastiere c'è Andrea Tommasi (praticamente il più scarso musicalmente sono io, ma siccome sono il fondatore del gruppo non hanno il coraggio di farmelo notare...).
Il primo appuntamento è "Ascoltami in stereo.... (tipo)" una serata dedicata a ripensare l'immagine femminile al di là dei soliti cliché. Appuntamento presso la libreria "Volta la carta" di Calimera (Le) alle ore 18.30 del 7 marzo 2012, con canzoni di Branduardi, Bennato, Ustmamò, Nava...
Se arriveranno applausi anziché pomodori, sentirete ancora parlare dei Manatthan Controtransfert...

27 gennaio 2012

Crescere è bello! (nonostante tutto)


Ho conosciuto le storie di diversi adolescenti di oggi e mi è sembrato di scorgere in esse un fattore comune. Molti di loro mettono in atto comportamenti "sabotatori" della crescita e dell'auto-realizzazione (limbo scolastico, non-scelte protratte sul piano professionale o affettivo,...). Sembra quasi che, sotto sotto, non abbiano nessuna voglia di terminare gli studi, uscire dal nucleo familiare d'origine e conquistare la propria indipendenza andando per la propria strada.
Una diffusa paura di crescere e del futuro li porta a considerazioni di questo genere: "Io sto bene in casa, mi coccolano, mi vogliono bene, mi rispettano. Sì, mi rompono un po' le scatole ma è un prezzo che pago volentieri, in fin dei conti. I miei bisogni primari sono soddisfatti e non mi manca nulla. Ho anche le mie libertà. Invece, riguardo il  futuro, mi dicono che la mia generazione è condannata al precariato, che avrò un futuro difficile, che mi dovrò sbattere parecchio per trovare uno straccio di lavoro e che comunque, quando lo avrò trovato, non potrà mai garantirmi la serenità. Perché mai dovrei voler crescere?".
In questa chiave leggo anche la fatica di tanti genitori che, con le migliori intenzioni, cercano di motivare i propri figli allo studio o alla scelta convinta di un percorso di vita/professionale con le seguenti parole: "Impegnati fin da ora, con lacrime e sangue, perché questo è quello che ti aspetta, abituati da adesso...".
In questo modo, però, ottengono l'effetto opposto. I loro figli iinfatti pensano: "Visto che già dovrò soffrire in futuro, perché dovrei faticare sin da ora? Sai che c'è? Io mi godo il presente, non ha senso faticare ora per costruire un futuro già così tristemente determinato". E restano bloccati in un limbo generazionale...
Cari genitori, avete mai pensato a mandare ai vosti figli un messaggio opposto? Vi aiuto io, dài. Iniziate così: "Crescere è bello. Faticoso, certo, ma bello. Diventare adulti significa diventare realmente autonomi, sperimentare possibilità, conoscere il mondo, contribuire a costruire il sociale, aiutare gli altri a crescere, inventare la polis, lottare per una causa.... E tutto questo è bello, lo vedi quanto mi piace? Finché resterete nelle vostre tane morbidose e sarete dipendenti dagli altri non potrete gustare tutta questa bellezza. Essere adulti è gratificante, mica roba da sfigati!".
Per aiutare i nostri figli a crescere, smettiamo di idealizzare e ovattare la giovinezza e mostriamo loro di essere adulti capaci di felicità.