28 settembre 2007

Domande su viandanti e navigatori

Mi piace leggere le cartine geografiche e orientarmi leggendo il territorio, ma confesso che se non fosse stato per il "navigatore" installato sul cellulare mi sarei perso nell'hinterland milanese alla ricerca della sede del cliente di turno. Leggo su internet che ora i navigatori sono diventati indispensabili e questo mi sembra metaforico dei nostri tempi.
Se alcune generazioni sono rimaste affascinate dalla vita "on the road", fino ad affermare che l'importante non è la méta, ma il viaggio in sé, torna evidentemente alla ribalta la necessità di un andare "da qualche parte", come ci ricordano i menestrelli Ligabue ("andare ve bene, però - a volte serve un motivo - un motivo-o-o...") e Fabi ("Non tutte le strade sono un percorso").
Dove stiamo andando? Come ci arriviamo? Se la vita è un cammino (secondo una metafora condivisa - per quel che mi risulta - da tutte le fedi/religioni), che méta stiamo perseguendo?
Stando alla diffusione così massiccia di navigatori, sembra che fatichiamo a trovare la nostra strada da soli e abbiamo bisogno di una voce che ci guidi passo per passo. Avere dei buoni maestri, dei compagni di strada, mi sembra necessario. Ma quanti di noi riescono ancora a fare "la propria strada"? Il rischio è, infatti, che qualcun altro decida per noi méta e itinerario (un navigatore, una ideologia, una moda, un partito, una religione, un partner o un genitore, ...). Il rischio è che qualcun altro decida per noi il senso del nostro andare, togliendoci, assieme alla paura di sbagliare strada, anche il gusto della responsabilità e della scoperta.
Cari viandanti, navigatori del web, buona strada. Come diceva Paolo Hendel: "Da dove veniamo? Dove andiamo? Ma soprattutto: ci basteranno i soldi per la benzina?"

4 commenti:

Anonimo ha detto...

direi che dipende dal navigatore.
ci sono quelli fantastici che ti portono ovunque e altri che non conoscono metà delle strade :)

Anonimo ha detto...

la nostra vita e' colma di mète e di percorsi differenti per raggiungerle.Quello che ci identifica e' il percorso che scegliamo. Cinzia

Pippi ha detto...

Anch'io sono affascinata dal pensiero che il "senso" sia nell'"andare stesso" e giuro solennemente che sono ben lontana da Jack Kerouac da un punto di vista anagrafico! Un bacio.

Anonimo ha detto...

ehi relatore BUON ONOMASTICO...una guida è quel che serve...più che un navigatore e poi perdersi delle volte serve a ritrovare una strada migliore...forse!ti abbraccio ella