Se alcune generazioni sono rimaste affascinate dalla vita "on the road", fino ad affermare che l'importante non è la méta, ma il viaggio in sé, torna evidentemente alla ribalta la necessità di un andare "da qualche parte", come ci ricordano i menestrelli Ligabue ("andare ve bene, però - a volte serve un motivo - un motivo-o-o...") e Fabi ("Non tutte le strade sono un percorso").
Dove stiamo andando? Come ci arriviamo? Se la vita è un cammino (secondo una metafora condivisa - per quel che mi risulta - da tutte le fedi/religioni), che méta stiamo perseguendo?
Stando alla diffusione così massiccia di navigatori, sembra che fatichiamo a trovare la nostra strada da soli e abbiamo bisogno di una voce che ci guidi passo per passo. Avere dei buoni maestri, dei compagni di strada, mi sembra necessario. Ma quanti di noi riescono ancora a fare "la propria strada"? Il rischio è, infatti, che qualcun altro decida per noi méta e itinerario (un navigatore, una ideologia, una moda, un partito, una religione, un partner o un genitore, ...). Il rischio è che qualcun altro decida per noi il senso del nostro andare, togliendoci, assieme alla paura di sbagliare strada, anche il gusto della responsabilità e della scoperta.
Cari viandanti, navigatori del web, buona strada. Come diceva Paolo Hendel: "Da dove veniamo? Dove andiamo? Ma soprattutto: ci basteranno i soldi per la benzina?"
4 commenti:
direi che dipende dal navigatore.
ci sono quelli fantastici che ti portono ovunque e altri che non conoscono metà delle strade :)
la nostra vita e' colma di mète e di percorsi differenti per raggiungerle.Quello che ci identifica e' il percorso che scegliamo. Cinzia
Anch'io sono affascinata dal pensiero che il "senso" sia nell'"andare stesso" e giuro solennemente che sono ben lontana da Jack Kerouac da un punto di vista anagrafico! Un bacio.
ehi relatore BUON ONOMASTICO...una guida è quel che serve...più che un navigatore e poi perdersi delle volte serve a ritrovare una strada migliore...forse!ti abbraccio ella
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