09 novembre 2015

Grazie

[Scritto da me e liberamente ispirato al principio montessoriano "Imparare dai bambini ad esser grandi" - ]

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Quando tu sei nato, sono nato anch’io.
Tu l’alieno, il diverso e l’uguale.
Io il padre neonato di un bimbo neonato.

Poi tu hai iniziato a crescere.
Mi avevano avvisato male;
mi avevano fatto credere
che la fatica di crescere sarebbe toccata solo a te.
Ma tu crescevi e ho dovuto imparare tutto. Da capo.
Tu imparavi a parlare
e mi hai insegnato a dover scegliere le parole.
Poi hai imparato a camminare
e mi hai costretto a ripensare lo spazio.
Volevi una carezza
e mi hai fatto fare i conti con le carezze che non ho avuto.
Piangevi
e mi hai risvegliato dall’illusione di un figlio di plastica.
Volevi sapere. Perché questo sì? Perché questo no?
E ho dovuto imparare a distinguere i valori profondi
dalle mie rigidità abitudinarie.
Io volevo correre
e tu mi costringevi a gustare la lentezza.
Volevo fermarmi,
ma tu hai preteso che, ancora una volta, ripartissi.
E ogni giorno, ad ogni tappa, ad ogni scoperta,
mi scuoti dalla voglia di un riposo prematuro,
mi costringi ad un esodo perenne.
Lo confesso:  starti dietro è una gran fatica.
Ma è la fatica della felicità.

Grazie
perché è con te che scopro nuovi mondi,
nuovi modi di essere,
nuove idee, nuove possibilità.
Scopro di non essere finito
e di essere capace di cose
che mai avrei immaginato.

Crescere ancora
è il privilegio dell’esserti padre.


1 commento:

Unknown ha detto...

Grande sintesi, poetica e realistica insieme.
E ti capisco bene, io che sono diventato "padre putativo" di due ragazzi a 60 anni.
Grazie Francesco

da Giorgio Piccinino