12 maggio 2008

Emozioni e società: la paura

Dopo aver frequentato uno dei loro seminari un po' di anni fa, seguo su internet le attività del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei Conflitti che trovo molto interessanti e ben fatte. Voglio riportare un testo ripreso dalla loro ultima newsletter a firma di Daniele Novara ed intitolato: "La paura non costruisce sicurezza". Buona lettura.
"È piuttosto curioso scoprire come le scorse elezioni siano state dominate e vinte da chi ha saputo imporre il tema della sicurezza come questione socialmente rilevante. Dico curioso perché tutti i dati italiani vanno esattamente in direzione contraria.
Dagli anni ’50, i reati di violenza sono in diminuzione, al punto che l’Italia è il Paese europeo che ha ottenuto il più significativo abbattimento del numero di omicidi in percentuale rispetto alla popolazione dal 2000 a oggi (dati ISTAT). Non solo, anche dal punto di vista della cosiddetta copertura del territorio, l’Italia è il Paese europeo col maggior numero percentuale di forze dell’ordine rispetto alla popolazione. Probabilmente si potrebbero mettere più telecamere nei luoghi critici delle città, il che forse non impedirebbe comunque i furti. Io stesso sono stato derubato della mia borsa di lavoro in un Centro Congressi di un’importante banca milanese regolarmente presidiata da guardie private e da un numero non indifferente di telecamere che non hanno potuto fare nulla. Oppure si troveranno altri strumenti per dare l’impressione che i cittadini sono presidiati. Resta un problema: presidiati rispetto a chi? Il caso di Verona apre inquietanti considerazioni sulle figure dalle quali occorrerebbe difendersi. D’altra parte anche i reati di natura sessuale vengono compiuti per il 90% circa tra le mura domestiche.
Pure nel nostro piccolo “educativo” registriamo la totale sproporzione tra l’allarme bullismo e la sua reale quantificazione. L’ormai consolidata abitudine di utilizzare il termine prepotenza come sinonimo di bullismo ha fatto impennare le percentuali di bulli in una misura che definirla grottesca è già diplomatico (alcune sedicenti ricerche registrano una vittima di bullismo su due alle elementari). Resta da interrogarsi sui motivi per cui gli italiani sono così spaventati.
Nel frattempo, in attesa di una risposta, posso tranquillamente dire che è molto più efficace lavorare sulla gestione dei conflitti e sul rafforzamento comunitario piuttosto che sulla caccia ai presunti nemici. Così come ci riportano tantissimi studi psicosociali già degli anni ’60, è più difficile compiere un reato grave in una piazza frequentata che in una piazza deserta. La solitudine e l’isolamento provocano sia una sensazione di panico sia la possibilità di subire effettivamente reati, specie quelli al patrimonio. Ma se pensiamo alla violenza interpersonale, ad esempio nei contesti condominiali, dobbiamo prendere atto che non esiste la possibilità di creare il poliziotto familiare, né tantomeno quello di condominio, quanto creare le condizioni affinché i conflitti trovino dei luoghi dove poter essere esplicitati, affrontati ed eventualmente chiarificati. La comunità cresce ed impedisce il reato alla persona se sa creare una cultura della gestione pacifica e costruttiva dei conflitti piuttosto che una cultura dell’evitamento dei conflitti stessi che porta solo alla frustrazione e alla rabbia.
Spero pertanto che, terminata la campagna elettorale, si possa riprendere un discorso sulla sicurezza comune che tenga conto dei reali dati scientifici piuttosto che far leva sulle paure più o meno latenti che tutti noi comunque possediamo".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

caro francesco, purtroppo temo che la chiusa di questo post sia troppo ottimistica. i fatti accaduti in qeusti giorni a napoli sono purtroppo un brutto segno di un andamento che, una volta presa una piega, difficilmente potrà essere raddrizzato. ancora una volta, la politica ha delle grosse responsabilità: si è illusa che una volta cavalcata strumentalmente l'onda della paura in campagna elettorale, poi sarebbe stato facile governare la stessa. ed invece paura genera ancora più paura ed intolleranza genera ancora più intolleranza. con un dubbio di fondo: che agli italiani, in realtà, della propria sicurezza ineressi poco (a napoli sono arrivati ad incendiare i campi rom.non mi è giunta notizia di gesti simili ne confronti delle ville dei boss che per anni hanno inquinato quelle terre, per anni hanno sparso vero terrore e continuano a farlo. la camorra non è una questione sicurezza ancora più tangibile? e i morti sul lavoro?). interessa solamente l'eliminazione dell'altro, del diverso, di chi, con la sua sola presenza, criminale o meno, mina alle basi il nostro modo di essere e la nostra identità. purtroppo non c'è mai limite al peggio. gian paolo

Gialloeblu ha detto...

ciao, se ti va e se hai tempo passa da me e leggi il mio ultimo post: ti ho nominato per un meme!

un abbraccio letizia