10 febbraio 2007

Tiri in porta

Lo ammetto: non sono uno sportivo e in particolare non amo il calcio (uniche partite che vedo per intero: la Nazionale ai mondiali). Eppure la metafora sportiva ha un suo fascino, in particolare per quei momenti chiave (come un tiro in porta) che possono cambiare il corso dell'incontro. La vita ci pone davanti continuamente dei momenti chiave, decisivi come dei calci di rigore che possono regalarti un Mondiale. Tiro dopo tiro, la nostra esistenza si dipana, prendendo strade talvolta scelte, talaltra imprevedibili. Un mio amico ama "tormentarsi" con domande del tipo: "Cosa ne sarebbe stato di me se quella volta la palla fosse entrata? E se quell'altra volta non avessi battuto il portiere?" E' il tema delle "vite non vissute", che personalmente mi pongo poco, mentre rimane aperto il tema dell'importanza delle scelte di vita. A parte una fisologica e salutare percentuale di "casualità", i risultati della partita non sono il frutto della singola scelta (del singolo tiro), ma sono il frutto dei criteri che ti orientano nelle scelte e che fanno il tuo stile di gioco: "Nino non aver paura / di tirare un calcio di rigore / non è mica da questi particolari / che si giudica un giocatore / Un giocatore si vede dal coraggio / dall'altruismo, dalla fantasia..." (F. De Gregori)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Già… i criteri di scelta: meno sono e più sono efficaci per avere uno stile di gioco “pulito”. (almeno così ci pare…)