Bisogna ammetterlo: quei furbastri dei pubblicitari sono davvero molto bravi a leggere l'essere umano e i suoi bisogni. E a racchiudere in poche, semplici parole, una suggestione di senso che fa risuonare l'ascoltatore. Parliamo dei famosi "slogan" pubblicitari (che nel linguaggio tecnico sono in realtà identificati come "claim" o "pay-off").Ma che c'azzeccano le pubblicità con il counseling? Apparentemente nulla, ma, come dicevo, diversi spot riescono spesso ad esprimere in poche parole delle cose profonde ed interessanti sui bisogni dell'essere umano, così mi sono divertito a raccogliere quelli a mio avviso più "socialmente utili". Se non fossero stati inventati per vendere una saponetta in più, sarebbero un vero "Bignami" del counseling. Eccoli qui:
"Perché io valgo" (Cosmetici): autostima;
"La vita è fatta di priorità" (Alimentari): scelte, autonomia e valori;
"Prenditi cura di te" (cosmetici): self-care, autostima;
"100% flessibilità" (Automobili): cambiamento;
"Just do it" (Abbigliamento): decisione e cambiamento;
"Provare per credere" (Arredamento): fiducia, decisione e cambiamento.
Ve ne vengono in mente altri?
Per concludere, riporto una "vision aziendale" di una marca di abbigliamento per ragazzi:
- Liberare le proprie idee
- Accettare le differenze
- Trovare il proprio equilibrio
- Agire con il cuore
- Aprirsi al mondo
- Stare meglio per crescere
- Dare il meglio di sé
- Raggiungere i propri obiettivi
- Vivere con ottimismo
- Realizzare i propri sogni
- Rispettare il pianeta
- Costruire la pace
Se avessi voluto sintetizzare in dodici punti la mia visione del mondo ed i miei ideali non avrei saputo fare di meglio. A questo punto però nasce un problema. C'è un trentatreenne che si riconosce nella visione del mondo di una marca di abbigliamento infantile: o fallirà l'azienda perché è andata fuori-target o devo tornare d'urgenza dal mio terapeuta per riportargli questi evidenti segnali di "sindrome di Peter Pan"...