Diario divulgativo: relazioni, comunicazione interpersonale, counseling, analisi transazionale e tutto ciò che può essere utile per migliorarsi la vita
09 luglio 2010
Più counseling, meno pasticche!
Credo che davanti a questi dati anche i più ferventi sostenitori della farmaceutica classica, anche gli scettici che ci mettono in guardia dal "voler vedere somatizzazioni dappertutto", debbano ammettere che in questo caso ci sia poco da sottilizzare: la tendenza generale è evidentemente quella di voler rimuovere chimicamente i sintomi senza mai affrontare le cause del proprio malessere. E' un processo generale che mi suscita rabbia, ancor più quando l'impasticcamento diventa un "metodo educativo" per i bambini e giovani, sottilmente medicalizzati anziché ascoltati.
"Se ci viene il mal di testa, generalmente non ci chiediamo "Perché mi è venuto? A quale offesa specifica o situazione nociva ho esposto il mio corpo, che ora produce il mal di testa?", ma piuttosto "Dov'è l'aspirina?". [...] Le persone non riflettono sul perché sentono il bisogno di bere qualcosa quando tornano dal lavoro, o perché devono prendere una pillola per poter dormire, o perché ne devono prendere un'altra per svegliarsi. Se si ponessero queste domande e rimanessero bene in contatto con il loro corpo, troverebbero facilmente le risposte. Invece, già dai primi anni di vita vengono abituate a ignorare o a trascurare le sensazioni e i messaggi del corpo, siano essi piacevoli o sgradevoli. Le sensazioni sgradevoli vengono allontanate con farmaci quando è possibile o tollerate passivamente quando non c'è nessun farmaco che possa sconfiggerle " (C. M. Steiner, Copioni di vita, Ed. La Vita Felice, p. 79).
Quando avrete deciso di uscire dal tunnel, sappiate che un buon counseling può essere la strada giusta.
06 luglio 2010
La creatività secondo Rodari
[Le fiabe e le creazioni] servono all'uomo completo. Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà – fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà – vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi, che sappiano usare la loro immaginazione. [...]
Creatività è sinonimo di “Pensiero divergente”, cioè capacità di rompere continuamente gli schemi dell'esperienza. È “creativa” una mente sempre al lavoro, sempre a far domande, a scoprire problemi dove gli altri trovano risposte soddisfacenti, a suo agio nelle situazioni fluide nelle quali gli altri fiutano solo pericoli, capace di giudizi autonomi e indipendenti (anche dal padre, dal professore e dalla società), che rifiuta il codificato, che rimanipola oggetti e concetti senza lasciarsi inibire dai conformismi. Tutte queste qualità si manifestano nel processo creativo. E questo processo – udite! Udite! - ha un carattere giocoso: sempre.