Gianni Rodari, un autore ancora troppo sottovalutato della letteratura italiana. La sua forma di scrittura semplice e giocosa ed il fatto che scrivesse "per i piccoli" continuano a relegarlo sullo scaffale della "letteratura per l'infanzia". Invece la sua opera variegata spazia dal componimento didattico al divertissement letterario, dalla rima "socialmente impegnata" all'intuizione puntuale sui processi psichici della socialità. Al centro di tutto la creatività, quindi la capacità di cambiare, crescere, innovare, in ogni senso. A chi voglia accostarsi a questo grande autore consiglio di partire dalla raccolta "I cinque libri" edita da Einaudi, impreziosita dai disegni di Bruno Munari (altro grande, di cui parleremo un'altra volta).
Ecco alcune delle mie filastrocche preferite, che uso spesso anche nelle aule di formazione.
PROVERBI
Dice un proverbio dei tempi andati: "Meglio soli che male accompagnati".
Io ne so uno piu’ bello assai: "In compagnia lontano vai".
Dice un proverbio, chissa’ perche’, "Chi fa da se’ fa per tre".
Da questo orecchio io non ci sento: "Chi ha cento amici fa per cento".
Dice un proverbio con la muffa: "Chi sta da solo non fa baruffa"
Questa io dico, è una bugia: "Se siamo in tanti, si fa allegria".
IL PAESE SENZA ERRORI
C'era una volta un uomo che andava per terra e per mare
in cerca del Paese Senza Errori.
Cammina e cammina, non faceva che camminare,
paesi ne vedeva di tutti i colori,
di lunghi, di larghi, di freddi, di caldi, di così così;
e se trovava un errore là ne trovava due qui.
Scoperto l'errore, ripigliava il fagotto
e ripartiva in quattro e quattr'otto.
C'erano paesi senz'acqua, paesi senza vino,
paesi senza paesi, perfino,
ma il Paese Senza Errori dove stava, dove stava?
Voi direte: era un brav'uomo, uno che cercava una bella cosa.
Scusate, però,non era meglio
se si fermava in un posto qualunque,
e di tutti quegli errori ne correggeva un po'?
I BRAVI SIGNORI
Un signore di Scandicci
buttava le castagne e mangiava i ricci.
Un suo amico di Lastra a Signa
buttava i pinoli e mangiava la pigna.
Un suo cugino di Prato
mangiava la carta stagnola e buttava il cioccolato.
Tanta gente non lo sa
e dunque non se ne cruccia:
la vita la butta via
e mangia soltanto la buccia.
ALLA VOLPE
Questo è il pergolato e questa è quell'uva
che la volpe della favola giudicò poco matura
perché stava troppo in alto.
Fate un salto, fatene un altro.
Se non ci arrivate, riprovate domattina,
vedrete che ogni giorno si avvicina il dolce frutto;
l'allenamento è tutto.
ALLA FORMICA
Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l'avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala.
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