Ho fatto un'esperienza bellissima. Ho conosciuto il gruppo degli OT (in ebraico “i segni”): quindici giovani diciottenni impegnati da numerosi anni in progetti di solidarietà concreta. Il binomio diciottenni/volontariato potrebbe sembrare inconcepibile a chi crede che i ragazzi di oggi siano insensibili alle tematiche della solidarietà e che siano chiusi solo nel loro piccolo-grande mondo di bit e facebook. Ho visto dei ragazzi splendidi, di grande qualità, attenti, disposti a mettersi in gioco con una generosità che temevo non esistesse più. In una parola: BELLI.
Con loro ho trascorso un week-end formativo che ho intitolato “Da un grande potere deriva una grande responsabilità”. Li ho invitati a raccontarsi attraverso la metafora del supereroe che scopre, come il personaggio di Spider-man, come da un grande potere derivino grandi responsabilità e come i propri “talenti” vadano spesi in una dimensione sociale di servizio. Attraverso degli esercizi corporei, abbiamo poi riflettuto sulla “relazione d'aiuto di qualità” che ha come obiettivo la crescita della persona e il graduale recupero della sua autonomia e non la sussistenza (che invece mantiene l'asimmetria relazionale e rende la persona in difficoltà dipendente dalla relazione di aiuto). Gli OT hanno risposto con entusiasmo e impegno, producendo lavori di grande qualità e mi hanno sorpreso per la dedizione che hanno messo nelle attività e che mettono tutti i giorni nel servizio di volontariato.
Durante la seconda giornata, sono stati coinvolti nelle attività formative anche i genitori dei ragazzi. Dopo aver disposto come in una galleria d'arte i “personaggi-eroi” disegnati dai figli, abbiamo chiesto ai genitori di “indovinare” il personaggio attraverso il quale il proprio figlio si era rappresentato. Si è poi lavorato in maneira tale da valorizzare la presenza di genitori e figli “esplorando” le dinamiche comunicative intergenerazionali. Partendo da una simulazione e poi lavorando in gruppi attraverso la produzione di mappe mentali, i partecipanti sono stati invitati ad un cambio di punto di vista, nella convinzione che solo la conoscenza delle esperienze, della sensibilità, dei problemi altrui può permettere una comunicazione più attenta, meno istintiva e più libera da distorsioni di ruolo. In un'ottica di integrazione di punti di vista e di confronto costruttivo tra generazioni, abbiamo poi deciso di lavaorere in gruppi misti genitori/figli, con lo scopo di generare idee per il miglioramento dei servizi caritativi nei quali gli OT si spendono con continuità. In tal modo, la condivisione di uno scopo comune ha permesso di superare barriere di pregiudizi reciproci e di contribuire costruttivamente alla creazione di un'esperienza comune.
Non posso che dire grazie a Giusy, la coordinatrice del gruppo, che da anni segue gli OT con passione e competenza, per avvermi fatto l'onore di lavorare con questi ragazzi e grazie di cuore tutti gli OT-MEN che con i loro super-poteri rendono questo mondo un posto più bello.
Le attività sono state intervallate ed introdotte da giochi di relazione che hanno permesso una maggior coesione di gruppo e hanno contribuito a creare un clima sereno e divertente.
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