"Io non potrò mai essere un bravo genitore", "La matematica non fa per me", "La vita è una guerra dove solo il più forte sopravvive",... Queste frasi sono esmepi di "convizioni di fondo".
Cosa è una "convizione di fondo"? E' un principio universale, profondamente radicato nella testa di chi lo concepisce, così profondo da sembrare "naturale" ed immutabile. Tale principio orienta le scelte e le azioni quotidiane che ne saranno la diretta espressione e che tenderanno a confermarne l'autenticità in un circolo vizioso (del modello "profezia che si autoavvera"). Facciamo un esempio. Sono una donna che fatica ad avere relazioni affettive stabili. partendo dalla convizione di fondo che "Tutti gli uomini sono inaffidabili", inizierò a controllare paranoicamente ogni nuovo fidanzato che, esasperato da tale comportamento, mi manderà a quel paese. In tal modo io potrò dire a me stessa: "Ecco vedì? Lo sapevo! Anche questo mi ha piantata... del resto non poteva essere diversamente, lo sapevo che andava a finire così. Gli uomini sono tutti uguali..."
Ognuno di noi ha le sue convinzioni di fondo, generalizzazioni indebite frutto di esperienze ed educazione, che orientano la nostra vita e che possono riguardare tutti gli ambiti dell'esistenza, dall'amore alle amicizie, dalla spiritualità al lavoro. Proprio riguardo il lavoro, ho raccolto alcune convizioni molto diffuse nel mondo professionale. In dieci anni di attività come formatore aziendale ho visto le realtà più disparate e conosciuto centinaia di persone con ruoli, sensibilità, esperienze e competenze diversissime, di ogni settore produttivo. E ho posto attenzione alle domande, alle interazioni, alle esperienze che venivano raccontate nelle sessioni formative per poter individuare le "convinzioni di fondo" riguardo il lavoro dei partecipanti.
Ecco quali sono le convizioni di fondo riguardo il lavoro (esposte in Assimi e corollari) che ho trovato drammaticamente ricorrenti.
Primo Assioma generale: "Il lavoro è una condanna".
Da cui discendono i seguenti corollari:
- Ricevere deleghe/responasbilità è una rogna
- Fai il meno possibile e sbologna agli altri tutto ciò che più puoi
Secondo Assioma Generale: "Dimostrare di lavorare è più importante che lavorare".
Da cui discendono i seguenti corollari:
- Fai solo ciò che è collaudato, il resto è un rischio che non ti puoi permettere
- Opponi ai cambiamenti tutte le resistenze passive possibili
Terzo Assioma Generale: "Le competenze e la bravura non contano, contano solo fortuna, raccomandazioni e appoggi vari"
Da cui discendono i seguenti corollari:
- Frega il prossimo tuo come lui frega te
- Chi sta in alto nella scala gerarchica ha sicuramente qualche scheletro nell'armadio. Chi sta in basso è un fesso.
- Io non ho nulla da imparare, vado bene così. I corsi di formazione dovrebbero farli gli altri, che evidentemente non sanno fare il proprio lavoro.
E'evidente che un sistema lavorativo basato su queste premesse è assolutamente fuori da ogni possibilità di crescita e a tutti noi "professionisti del cambiamento" in azienda resta una sola domanda reale e necessaria: un lavoro diverso è possibile?
Cosa è una "convizione di fondo"? E' un principio universale, profondamente radicato nella testa di chi lo concepisce, così profondo da sembrare "naturale" ed immutabile. Tale principio orienta le scelte e le azioni quotidiane che ne saranno la diretta espressione e che tenderanno a confermarne l'autenticità in un circolo vizioso (del modello "profezia che si autoavvera"). Facciamo un esempio. Sono una donna che fatica ad avere relazioni affettive stabili. partendo dalla convizione di fondo che "Tutti gli uomini sono inaffidabili", inizierò a controllare paranoicamente ogni nuovo fidanzato che, esasperato da tale comportamento, mi manderà a quel paese. In tal modo io potrò dire a me stessa: "Ecco vedì? Lo sapevo! Anche questo mi ha piantata... del resto non poteva essere diversamente, lo sapevo che andava a finire così. Gli uomini sono tutti uguali..."
Ognuno di noi ha le sue convinzioni di fondo, generalizzazioni indebite frutto di esperienze ed educazione, che orientano la nostra vita e che possono riguardare tutti gli ambiti dell'esistenza, dall'amore alle amicizie, dalla spiritualità al lavoro. Proprio riguardo il lavoro, ho raccolto alcune convizioni molto diffuse nel mondo professionale. In dieci anni di attività come formatore aziendale ho visto le realtà più disparate e conosciuto centinaia di persone con ruoli, sensibilità, esperienze e competenze diversissime, di ogni settore produttivo. E ho posto attenzione alle domande, alle interazioni, alle esperienze che venivano raccontate nelle sessioni formative per poter individuare le "convinzioni di fondo" riguardo il lavoro dei partecipanti.
Ecco quali sono le convizioni di fondo riguardo il lavoro (esposte in Assimi e corollari) che ho trovato drammaticamente ricorrenti.
Primo Assioma generale: "Il lavoro è una condanna".
Da cui discendono i seguenti corollari:
- Ricevere deleghe/responasbilità è una rogna
- Fai il meno possibile e sbologna agli altri tutto ciò che più puoi
Secondo Assioma Generale: "Dimostrare di lavorare è più importante che lavorare".
Da cui discendono i seguenti corollari:
- Fai solo ciò che è collaudato, il resto è un rischio che non ti puoi permettere
- Opponi ai cambiamenti tutte le resistenze passive possibili
Terzo Assioma Generale: "Le competenze e la bravura non contano, contano solo fortuna, raccomandazioni e appoggi vari"
Da cui discendono i seguenti corollari:
- Frega il prossimo tuo come lui frega te
- Chi sta in alto nella scala gerarchica ha sicuramente qualche scheletro nell'armadio. Chi sta in basso è un fesso.
- Io non ho nulla da imparare, vado bene così. I corsi di formazione dovrebbero farli gli altri, che evidentemente non sanno fare il proprio lavoro.
E'evidente che un sistema lavorativo basato su queste premesse è assolutamente fuori da ogni possibilità di crescita e a tutti noi "professionisti del cambiamento" in azienda resta una sola domanda reale e necessaria: un lavoro diverso è possibile?
2 commenti:
Sì un lavoro diverso è possibile, anche se in questa fase "buia" facciamo fatica a intravvederlo. Ma sappiamo che c'è, che esiste e che per affermarlo dobbiamo lavorare sulla persona, su noi stessi, sulla responsabilità che tutti noi abbiamo, sul cercare di essere sempre e in ogni situazione almeno una "piccola puntura di spillo", quanto meno per una questione di "igiene mentale": per questo vale la pena combattere gli "assiomi", perhcè ci tolgono energie e prospettiva.
Ciao Maria Rita, grazie per il commento. Nel post (un po' cupo, a rileggerlo ora) non ho espresso la mia opinione che, in effetti, condivide il tuo pensieero. Continuo a fare questo lavoro perché il mio sistema valoriale continua a farmi credere nella possibilità di un cambiamento e tale possibilità e confermata dagli studi sul campo e soprattutto da tante esperienze di persone che, attraverso i propri limiti, sono riuscite comunque a generare micro o macro cambiamenti "umanizzanti" in ambito professionale.
In effetti , far emergere le convinzioni d fondo è solo la prima parte di un lavoro che procede attraverso una valutazione delle conseguenze deleterie di tali convinzioni e una loro ristrutturazione in senso costruttivo.
Grazie ancora per il contributo, un caro saluto.
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