[Scritto da me e liberamente ispirato al principio montessoriano "Imparare dai bambini ad esser grandi" - ]
---
Quando tu
sei nato, sono nato anch’io.
Tu l’alieno,
il diverso e l’uguale.
Io il padre
neonato di un bimbo neonato.
Poi tu hai
iniziato a crescere.
Mi avevano
avvisato male;
mi avevano
fatto credere
che la
fatica di crescere sarebbe toccata solo a te.
Ma tu
crescevi e ho dovuto imparare tutto. Da capo.
Tu imparavi
a parlare
e mi hai
insegnato a dover scegliere le parole.
Poi hai
imparato a camminare
e mi hai
costretto a ripensare lo spazio.
Volevi una
carezza
e mi hai
fatto fare i conti con le carezze che non ho avuto.
Piangevi
e mi hai risvegliato
dall’illusione di un figlio di plastica.
Volevi
sapere. Perché questo sì? Perché questo no?
E ho dovuto
imparare a distinguere i valori profondi
dalle mie rigidità
abitudinarie.
Io volevo
correre
e tu mi costringevi a gustare la lentezza.
e tu mi costringevi a gustare la lentezza.
Volevo
fermarmi,
ma tu hai preteso che, ancora una volta, ripartissi.
ma tu hai preteso che, ancora una volta, ripartissi.
E ogni
giorno, ad ogni tappa, ad ogni scoperta,
mi scuoti
dalla voglia di un riposo prematuro,
mi costringi
ad un esodo perenne.
Lo
confesso: starti dietro è una gran
fatica.
Ma è la
fatica della felicità.
Grazie
perché è con
te che scopro nuovi mondi,
nuovi modi
di essere,
nuove idee,
nuove possibilità.
Scopro di
non essere finito
e di essere
capace di cose
che mai
avrei immaginato.
Crescere
ancora
è il
privilegio dell’esserti padre.