Diario divulgativo: relazioni, comunicazione interpersonale, counseling, analisi transazionale e tutto ciò che può essere utile per migliorarsi la vita
Se è vero che "chi più ne parla meno lo fa", viviamo in momento storico poco gaudente. Siamo sommersi in un contesto ipererotizzato, tette e cosce impazzano, ci si smutanda pur di vendere una caramella in più e in tv stanno per scomparire le donne non inquadrabili perizomaticamente. A questo si aggiunge la potenza incredibile della rete. Anni fa per acccedere a del materiale pornografico era necessario scavalcare lo scoglio della vergogna di chiedere ad un edicolante le riviste zozze. Adesso il materiale pornografico ti invade gratis la mail a prescindere dalla tua volontà. E non è un fatto da poco, pensateci bene: quanto autocontrollo bisogna avere per non cliccarci sopra? Come dice il sommo Caparezza, "la piaga dell'uomo moderno - è passare le notti con gli occhi sullo schermo - per diventare adulto con un click su confermo" (da La rivoluzione del sessintutto).Continuo a credere (oddio, sono già diventato un veteropalloso?) che la sessualità, proprio perché bella, buona e giusta, vada separata dalla mercificazione e dall'inflazione banalizzante (che impera in tv) e dallo stress ipermeccanico-anatomico del porno (che domina il web). E qui nasce il dilemma. Censurare? Educare? Da una parte la censura non funziona e non ci piace. Dall'altra, l'educazione ha processi con incidenze sociali troppo lente rispetto all'urgenza del fenomeno. Forse occorre tornare a fare bene l'amore. Sperimentare la potenza di questa forma di intimità e ri-scoprirne la bellezza porterebbe mille volte a preferire il corpo del proprio partner (forse imperfetto ma vero, presente, vivo qui con me e per me) all'immagine del/la pornostar che scopa con tutti ma non ci ama.