02 aprile 2007

Persone di Spirito

Voglio fare un augurio pasquale: che possiamo essere persone "di Spirito". Capaci, cioè, di cogliere il gusto dell'esistenza, di ricercarne il giusto e coltivarne il bello. Senza fughe solitarie, nella difficile ma arricchente compagnia degli uomini. La fratellanza umana nasce da qui, da questa trascendenza che rende necessario esplorare la diversità del mondo raccontandone i colori, i suoni e le storie.
Lo Spirito non ha padroni, "soffia dove vuole", non si fa imbrigliare da una definizione univoca. Ce lo dicono gli stessi testi sacri nel cui nome si stanno scatenando in questi mesi tante lotte ideologiche con contorno di religione, che rischiano di esasperare le contrapposizioni più che ascoltare le diversità.
Invece una vita spirituale "seria" è ciò che può unire i credenti delle varie fedi e addirittura i credenti con i non credenti. Non nell'ottica di un trasognato ed edulcorato approccio sincretista, di spiritualità "a buon mercato". Ma nella voglia di aprirsi all'altro, prendendo "sul serio" la sua esperienza spirituale e porgendogli la propria come un dono, non come una clava.
Chiudo questo post con due citazioni. Anzitutto vi invito a leggere questo bellissimo scritto di Enzo Bianchi, che esprime ciò che voglio dire meglio di queste mie parole incerte. E poi voglio condividere con voi una "perla" del mio autore preferito, come augurio di una crescita spirituale per tutti gli uomini che si rivolgono al cielo "con la mano del credente e quella dell'incredulo": "La verità divina vuole essere implorata con entrambe le mani. A chi si rivolge a lei con la doppia preghiera del credente e dell’incredulo essa non si negherà. Della sua sapienza Dio dà all’uno ed all’altro, alla fede come all’incredulità, ma ad entrambe solo se la loro preghiera giunge a lui unita" (Franz Rosenzweig).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

che grande verità dice Enzo Bianchi?come siamo barricati dietro inflessibili muri di dictat, dogmi e incenso, dimenticando così l'andare verso l'altro che è fondamento della nostra fede...ci manchi francesco, ci manca chiara...questa diocesi ha bisogno della vostra forza, della vostra intelligenza e bellezza!donatella

Pippi ha detto...

Io non l'ho letto Enzo Bianchi. Torno domani ché oggi sono troppo stanca ma credo cmq di intuire lo "spirito" del tuo messaggio e lo condivido pienamente, lo spirito della non esclusione, della condivisione, al di là di dogmi e fedi varie. Grazie Francesco per essere tornato. Ti ho aspettato tanto. Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

grazie francesco per l'angolatura che hai voluto dare al tema. parlare di spiritualità degli uomini ci mette al riparo dalla triste ripresentazione del gioco delle parti in cui laici e credenti (nella continua moltiplicazione di appartenenze e definzioni: CEI, Chiesa, Gerarchia, laici, laicisti, teocon, teodem, atei devoti, atei tuot court, ecc...) sembrano irriducibili gli uni agli altri e sembrano interessati unicamente alla definizione della propria identità, senza, e spesso a costo, dell'altro. faccio mio il tuo augurio per una spiritualità da coltivare prendendo sul serio l'altro, che è, come dire, per un'umanità da coltivare.
gian paolo

Anonimo ha detto...

volevo solo segnalarti che il presidente nazionale di AC, Luigi Alici, nella relazione conclusiva del Convegno delle presidenze di questo fine settimana, ha citato l'articolo di Enzo Bianchi che tu, eminente relatore, ci avevi segnalato per tempo...ascoltandolo mi sono sentita orgogliosa di conoscerti!ma perrché non tornate a casa che mancate a questa terra...e a questa diocesi limitata...?????donatella