
Sta di fatto che in questo momento, soprattutto in Italia, l'attività di counseling deve ancora guadagnare una sua specificità e definirla in maniera chiara non è così semplice. Ed è un peccato, perché questa difficoltà limita la sua diffusione.
E' in casi come questi che tornano di grande utilità le metafore, capaci di dire in maniera intutiva concetti complessi. Ecco quella che a me sembra attualmente la più efficace e sulla quale baso le mie "spiegazioni" ai clienti.
Il counselor è... uno che ti aiuta a ritrovare il filo.
Quando stai vivendo un momento ingarbugliato e hai bisogno di rimettere le cose a posto, un counselor, attraverso l'ascolto attivo e specifiche tecniche di colloquio, ti sostiene nel ritrovare le tue energie interiori per ripartire.
Ad ognuno di noi può capitare di attraversare momenti difficili e confusi in cui capiamo di avere bisogno di un sostegno più efficace del semplice "momento di sfogo con l'amico del cuore". Un counselor ti aiuta a scegliere senza scegliere al posto tuo. Ti aiuta a ripartire lasciandoti la responsabilità dei tuoi passi. Ti sostiene nel cambiamento e nel recupero delle tue "energie sopite" nei momenti chiave della tua vita. Il percorso di counseling è quindi per definizione contenuto, legato ad un obiettivo di cambiamento specifico e può essere applicato alle diverse dimensioni della vita: relazioni familiari e/o di coppia, vita professionale, ecc.
Nel mio studio ho appeso da qualche giorno "la finestra dei fili ritrovati": ogni persona che è riuscita a ritrovare il proprio filo, nell'incontro conclusivo lo appende lì, come traccia del percorso fatto.